Fiesole e dintorni
Intervista a Stefano Dalpiaz
In una precedente newsletter si è dato conto del recente passaggio di consegne al vertice dell’Associazione Amici della Scuola, il cui consiglio direttivo ha eletto il nuovo presidente: dopo tre anni di intenso impegno, Sigfrido Fenyes ha lasciato l’incarico a Stefano Dalpiaz, avvocato ed appassionato musicofilo.
Congratulazioni per il nuovo incarico! L'Associazione Amici della Scuola rappresenta da sempre un valido sostegno alle attività della Fondazione; in che modo pensa di impostare il suo mandato?
Grazie! Il mio mandato di presidente dell’Associazione Amici della Scuola di Musica di Fiesole è in assoluta continuità con quello del mio predecessore, Sigfrido Fenyes. È stato lui, del resto, a suggerire l’avvicendamento, nel tentativo di coinvolgere maggiormente i genitori degli allievi della Scuola nella vita associativa. Sono persone che, per il loro amore per la musica, per la loro vicinanza alla Scuola ed agli insegnanti e per la conoscenza diretta delle dinamiche di studio che coinvolgono giornalmente ed in modo importante i loro figli, possono certamente dare un grande contributo all’Associazione.
Quanto al sostegno che l’Associazione offre, nel suo piccolo, alla Scuola, non posso che ricordare l’esortazione di Sigfrido all’ultima assemblea: “più siamo, più possiamo aiutare”. Proseguirà, non appena possibile, il ciclo di conferenze-concerto “Grandi donne della musica” e l’organizzazione di concerti con gli allievi vincitori delle borse di studio messe a disposizione dall’Associazione.
L'assidua frequentazione dei vostri tre figli alle attività formative fiesolane ha senz'altro reso possibile una conoscenza dei meccanismi della Scuola particolarmente approfondita e prolungata nel tempo...come pensa che questo possa contribuire ad indirizzare le attività del nuovo incarico?
Più che dalla conoscenza di alcune procedure, credo che le attività dell’Associazione possano essere indirizzate dai rapporti – di confronto e collaborazione - con le persone che vivono la Scuola ogni giorno: insegnanti, direzione e amministrazione, allievi e famiglie. Sarebbe bello riuscire a far interagire in modo più articolato queste tre realtà inscindibili, magari creando occasioni specifiche di incontro, con la musica come elemento di unione.
C'è una tradizione familiare che vi ha suggerito di proporre gli studi musicali ai vostri ragazzi? Come avete scelto la Scuola?
Non c’è una vera e propria tradizione familiare che possa aver influenzato le nostre scelte, anche se mia moglie Laura ha studiato pianoforte. Amiamo la musica: in casa o in auto le note ci accompagnano quasi senza interruzione. Offrire ai nostri figli la possibilità di imparare a suonare uno strumento è stato del tutto naturale. Alla Scuola siamo arrivati attratti dal progetto del Maestro Farulli e delle persone che quel progetto hanno condiviso e condividono ancora oggi e dal fatto che anche bambini molto piccoli, giocando, sono messi ben presto in condizione non solo di suonare, ma anche di farlo con e per gli altri: “la musica è un bene da restituire”, non sono solo parole. L’esperienza è poi proseguita e prosegue felicemente, grazie anche ai tanti straordinari compagni di avventura incontrati alla Scuola.